"O capitano, mio capitano! - L'abilità di saper condurre"​ -Giorgio chiellini euro 2020

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⚽️ - Ieri pomeriggio gli italiani di tutto il mondo si sono riuniti, hanno chiamato gli amici, collegato i proiettori, comprato le casse di birra ed ordinato le pizze, perché l’Italia disputava la finale degli Europei a Wembley.

Eravamo tutti lì, incollati davanti agli schermi, dimenticandoci per un attimo di quest’anno, del tempo, contando solo quel “maledetto” cronometro dove i minuti sembrano giorni e provando a sognare, come sappiamo fare ogni volta che gli azzurri scendono in campo.

Il calcio ha il potere di aggregare ed anche un po’ di far discutere gli amici di sempre. Ci sentiamo tutti allenatori esperti per una sera, ma siamo tutti lì davanti, a tifare per uno stesso obiettivo. A sognare la stessa cosa. E non importa se qualcuno è juventino, se qualcuno si è sentito tradito dal suo giocatore preferito, se qualcuno pensa che sarebbe stata meglio una convocazione invece di un’altra, tutti sognamo la stessa cosa, tutti corriamo verso lo stesso traguardo.

🇮🇹 - Un senso di appartenenza che spesso, forse più di altri sport, si diffonde a macchia d’olio, anche verso chi lo sport non lo segue, ma che al clacson suonato al semaforo, alla bandiera sventolata, urla lo stesso per dire: “anch’io ci sono, abbiamo vinto!”.

È un’atmosfera indescrivibile, che va al di là del singolo sport o del singolo individuo, ma ci fa sentire per un momento, per una sera, invincibili, ci fa sentire italiani..E forse ora ne avevamo bisogno.

Torniamo ai famosi minuti di fuoco, per non dire 2 ore e mezza di sudore, non siamo qua a fare le pagelle del giorno dopo, quelle le lasciamo a chi di mestiere. In fondo l’Italia ha vinto, a chi interessa delle pagelle oggi?! Siamo qui ad esaltare le doti di un giocatore che, ancora una volta, ha dimostrato di essere al posto giusto, nel momento giusto.

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“…Il segreto è riuscire a far risaltare i pregi di ognuno di noi…” Giorgio Chiellini

3️⃣ - Giorgio Chiellini, è lui il capitano della nostra Nazionale, a 37 anni sorride ancora come un bambino che vince la sua prima coppa, ma lui di coppe ne ha vinte tante. Nel sorriso con cui ha ritirato quella coppa, c’era tutto. Chiello lascia una scia di ottimismo e tranquillità con cui controlla e gestisce l’intera partita. Ha pieno controllo di sé, della palla, della squadra, dei suoi giocatori, della situazione. Lui ci crede, crede in ognuno dei suoi compagni e sa le qualità che ognuno di loro ha.

🎤- Nell’intervista post-partita a Sky Sport, ha detto: “…lasciamo perdere i nostri difetti e cerchiamo di sfruttare i nostri pregi. Così vale per tutte le persone di questo gruppo. Il segreto è riuscire a far risaltare i pregi di ognuno di noi. E ci siamo riusciti”. Lo fa sempre, lo fa in bianconero e lo fa in azzurro. Ha la capacità non solo di mantenere calma e la concentrazione, di essere esattamente centrato dal primo all’ultimo minuto sul suo obiettivo e sul suo ruolo, ma anche sui suoi compagni.

Credo che la potenza di queste qualità non solo migliori la prestazione individuale, ma in qualche modo, per intensità, si irradi sulla squadra in maniera sorprendente. Goleman ci dice che la leadership è: “[..]la capacità di influenzare la gente, e aiutarla a lavorare meglio per raggiungere uno scopo finale in comune. L’abilità a gestire se stessi, essere consapevoli e sapersi regolare, è la base per imparare a gestire gli altri. I grandi leader sono tali perché́, prima di tutto, sanno guidare se stessi”.

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Chiello, è un leader, conduce, dal latino “guida insieme”, con estrema maturità e consapevolezza: gestisce le situazioni e se stesso, difficilmente perde la calma, ha pieno controllo, supporta, ascolta, media, motiva, suda e soffre con la sua squadra, per raggiungere uno scopo finale comune, la vittoria. Una vittoria che finalmente ieri sera, un po’ più pesante del solito, ha stretto a sé con un sorriso contagioso. 

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