GOAL SETTING
Il Goal Setting è uno strumento di definizione degli obiettivi a breve medio e lungo termine.
Esiste una teoria che ci aiuta a capire meglio di cosa si tratta, ed è la “Goal setting theory” (Locke & Latham, 1968-1990, 2002). Questa teoria è stata posta affinché gli obiettivi siano chiari e ben strutturati e rispettino alcuni parametri definiti.
Secondo la GOAL SETTING THEORY sappiamo che l’ obiettivo è visto come uno stato desiderato, una meta che si vuole raggiungere.
Ha due principali caratteristiche che sono: la DIREZIONE o contenuto, ovvero indica come dirigere l’azione verso un obiettivo specifico; e la QUALITA’ o intensità, cioè indica la quantità di energia e tempo che sono necessari al raggiungimento dello scopo.
I VANTAGGI sono: che aumenta la produttività e migliora la performance; ed esiste una relazione lineare tra difficoltà degli obiettivi e performance.
Damon Burton nel 1992 identificano cinque tipologie di obiettivi e tre stili di goal setting:
TIPOLOGIE DI OBIETTIVI:
OGGETTIVI: obiettivi basati su dati concreti. es. tempo stagionale, tempo realizzabile.
SOGGETTIVI: obiettivi basati su percezioni. es. dichiarazioni d’intenzioni
DI RISULTATO: obiettivi orientati al successo agonistico. es. vincere una gara, medaglia, ottenere punti.
DI PERFORMANCE: obiettivi concentrati sulla performance indipendentemente dagli altri. es. puntare sulla qualità del gesto, sviluppare un buon gioco.
DI PROCESSO: obiettivi focalizzati sull’azione ed esecuzione dell’atleta e di specifici movimenti. es. attenzione all’esecuzione tecnica del gesto come allungare la bracciata.
STILI DI GOAL SETTING
ORIENTATO ALLA PERFORMANCE = orientato al raggiungimento di obiettivi personali. es. migliorare abilità.
ORIENTATO AL SUCCESSO= valutare la prestazione in base ai risultati raggiunti. es. vincere il più possibile anche puntando su sfide di media difficoltà al fine di non rischiare l’insuccesso.
ORIENTATO ALL’INSUCCESSO= impedire che gli altri si accorgano della propria scarsa abilità o inadeguatezza. es.atleti ansiosi e insicuri che temono la gara.
S.M.A.R.T.
George T. Doran, 1981, Management Review.
Infine George T. Doran (1981) ci dice che per essere un buon obiettivo deve essere “S.M.A.R.T.”:
S = Specifico, ovvero dettagliato, preciso e circoscritto.
M= misurabile, ovvero misurabile ai fini di aumentare la motivazione.
A= accessibile, ovvero realistico, credibile e raggiungibile.
R= rilevante, ovvero sfidante, non imposto dall’esterno. Questo aumenterà la motivazione intrinseca.
T= tempificato, ovvero legato al tempo e articolato in tappe intermedie a breve-medio- lungo termine.
Definire gli obiettivi quindi significa andare ad adattarli al destinatario in modo che siano personali e partano dalle abilità degli individui, le risorse che questi possiedono per raggiungere lo scopo.
Queste risorse le chiameremo “skills mentali”: “termine inglese che significa abilità, adottato dal mondo della psicologia per indicare appunto le abilità individuali delle persone. In ambito sportivo sono quindi l’insieme delle abilità, o capacità, psicologiche individuali che impattano sulla prestazione sportiva e quindi sulle possibilità di vittoria. Alcune sono spesso implicitamente presenti negli atleti, altre invece rimangono sopite o mal utilizzate impedendo allo sportivo di sfruttare le proprie potenzialità al meglio”.(Cagliari, 2017)