news - Progetto “Dual career” Università degli Studi Milano Bicocca

La promozione della doppia carriera degli atleti, è tra i molti obiettivi della strategia Europa 2020 di cui già si parlava nel 2012 nelle “Linee guida UE sulla Doppia Carriera degli Atleti”, approvate dal Gruppo di esperti UE “Education & training in Sport” nella riunione a Poznan il 28 settembre.

Per la scuola dello sport del CONI: “La nozione di doppia carriera per gli atleti d'élite comporta per definizione l'impegno sia nel campo dello sport che nei campi del lavoro (formazione o impiego), dell'istruzione e della salute.

Molto semplicemente allargandoci a qualsiasi atleta del contesto sportivo, possiamo far riferimento al famoso “piano B”, quella strategia di creare una doppia via per prevenire l’abbandono scolastico, aumentare il numero dei diplomati nella scuola superiore, rafforzare l’occupabilità e rendere le politiche sportive più efficienti, mantenendo un numero maggiore di atleti che con talento possano diventare “d’élite” nel sistema sport. Soprattutto atleti che non perdano una doppia chance per il loro futuro, una possibilità di scegliere qualsiasi cosa accada.

Le sfide che ponevano le Linee guida sulla Doppia Carriera, riguardavano principalmente: la salvaguardia dello sviluppo dei giovani atleti specialmente per quanto riguarda sport a specializzazione precoce , degli atleti disabili e dei giovani nel campo dell’istruzione professionale; l’equilibrio tra educazione e successivamente occupazione e formazione sportiva; fine carriera degli atleti a maggior ragione per chi magari è costretto a lasciare prima.

Le doppie carriere generalmente coprono un periodo che va dai 10 ai 35 anni dell’individuo (scuola-lavoro). Sono state individuate delle fasi di sviluppo degli atleti che partono dall’ingresso nel mondo dello sport, alla fase di pre-agonismo, all’alto agonismo per concludere con il fine carriera che coinciderebbe con la ricerca di una nuova occupazione. La lunghezza di queste fasi dipenderebbe dalla tipologia di sport e altri fattori che possono essere abilità personali e genere. Nella maggior parte degli sport, la specializzazione avviene durante l’adolescenza, ad eccezione di quelli a specializzazione precoce che la anticipano all’infanzia come: nuoto, pattinaggio artistico o ginnastica.

Esiste un modello di sviluppo delle transizioni di Wylleman & Lavallee del 2004, che ci aiuta molto a capire il parallelismo tra i diversi fattori che interagiscono parallelamente nelle fasi di crescita sportiva e individuale di un atleta. Questo modello ci dice che una carriera sportiva è determinata da alcuni sviluppi sia livello fisico che psicologico, psicosociale e scolastico/professionale. Questi livelli interagiscono tra loro e gli atleti incontrano momenti di transizione durante la loro carriera sportiva. In questi momenti di transizione possono verificarsi dei cambiamenti meno prevedibili come infortuni o cambi allenatore, che possono avere un grande impatto sulla qualità di partecipazione all’istruzione o al lavoro, allo sport competitivo, insomma sulla vita.

Esiste quindi una forte componente interattiva e intrecciata delle transizioni che si verificano nella carriera sportiva e nella vita degli atleti ad esempio in ambito accademico, professionale o sociale. Mentre i giovani atleti cercano di raggiungere livelli di perfezione nella loro carriera sportiva, si trovano ad affrontare cambiamenti che possono avvenire a livello psicologico, scolastico (come il cambiare scuola), professionale (ad esempio il passaggio da superiori ad occupazione professionale), psico-sociale (ad esempio la creazione di relazioni stabili o temporanee con il partner) e tutto ciò in un ambiente che ha un team di professionisti, sempre in aumento, che si occupa di migliorare le prestazioni del giovane atleta in crescita. Questi professionisti possono essere manager, agenti, media, politici, e venendo a noi: Psicologi dello Sport.

L’assistenza psicologica risulta fondamentale per aiutare gli atleti ad affrontare i cambiamenti, di cui abbiamo parlato, sia nella loro carriera sportiva che nella loro vita personale e professionale. In quest’ottica occorre combinare lo sport con un’altra attività nella vita, equilibrare lo stile di vita per ridurre lo stress e migliorare il benessere cercando di vedere la carriera sportiva come una parte della carriera. Il focus è quello di trasmettere delle competenze personali applicabili sia allo sport che alla loro vita.

La linea guida UE n° 21 ci dice: “Le autorità competenti nel settore sportivo, della salute e dell’educazione dovrebbe sostenere insieme lo sviluppo di una assistenza sanitaria e psicologica, di programmi d’istruzione e di prevenzione per gli atleti nel settore delle competenze personali, della prevenzione delle fratture, di uno stile di vita sano, di nutrizione e di tecniche di recupero come elemento della parte educativa della carriera doppia”.

Possiamo dire che se l’obiettivo era di arrivare al 2020 incrementando le opportunità di sviluppo della Dual Career, soprattutto in ottica di prevenzione dell’abbandono scolastico o del drop-out sportivo, numerose iniziative sono state fatte sia dal Miur per quanto riguarda l’istruzione che, per quanto ci riguarda nello specifico, dalle Università italiane. Ebbene si, molte Università italiane hanno attivato servizi di supporto individualizzati volti a studenti-atleti e proprio quest’anno l’Università degli Studi di Milano Bicocca ha deciso di partire con un progetto di “tutorato accademico” specifico, che fa un passo in più.

Bicocca svolge già molte iniziative sportive presso il CUS Bicocca, una sezione universitaria del CUS Milano dal 2018, che consente anche agli studenti-atleti di potersi allenare presso strutture dedicate. Il progetto di Dual Career consente di aggiungere un servizio personalizzato in più, lo studente-atleta non ha solo a disposizione un tutor universitario, ma questo tutor è stato selezionato appositamente in quanto laureato magistrale in Psicologia e specializzato in Psicologia dello Sport in modo da fornire un’assistenza, come spiegavamo prima con le linee UE, a 360° lavorando sulla doppia carriera universitaria e sportiva.

Dopo aver partecipato al bando ed aver soddisfatto i requisiti, ho superato il colloquio ed ottenuto il mandato come professionista incaricato per il tutorato accademico nel percorso di Dual Career dell’Università degli Studi di Milano Bicocca.

Ho deciso di utilizzare tecniche specifiche proprie della Psicologia dello sport, per individuare i punti di forza degli studenti-atleti a cui verrò affiancata, lavorare sulla pianificazione del tempo in base agli allenamenti sport-specifici e i loro piani di studi sulla base dei quali imposteremo i loro goal setting universitari e sportivi. Mi concentrerò su un altro fattore fondamentale che se riconosciuto e gestito può diventare un alleato: l’ansia da prestazione, impostando incontri individuali e di gruppo e utilizzando tecniche di gestione cognitive e corporee, anche con l’obiettivo di ritagliare in questo modo momenti di condivisione e costruzione di una rete che molto spesso uno studente-atleta, quasi sempre in trasferta, non riesce a creare dentro all’università a livello sociale.

È importante che il progetto riprenda il modello di cui abbiamo parlato prima, lavorando parallelamente sul piano sportivo, quello accademico, quello psicologico e quello sociale, amalgamando il tutto in un unico percorso individualizzato e concordato con il destinatario.

Sono felice di iniziare questa nuova sfida ed avventura, vi terrò aggiornati…Quindi mi raccomando, stay tuned!



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